Tu chiamale se vuoi... emozioni
Infinito
Durante un seminario a scuola, un professore ha detto che noi esseri umani siamo continuamente alla ricerca dell'infinito, che cerchiamo costantemente qualcosa che vada oltre e, sentendo queste parole, inevitabilmente ho pensato a Leopardi. D'altronde, l'uomo è questo: una corsa infinita verso l'irraggiungibile. Cerchiamo di evadere dalla realtà, immergendoci nel piacere dell'immaginazione e smarrendoci nella confusione dei pensieri, un po' come in un labirinto.
Su questo foglio, sono incisi i segni del mio Infinito: alcune linee sono impercettibili, altre così vicine da dare a vita a veri e propri movimenti fluidi, confusionari, ipnotizzanti. Ogni dettaglio, apparentemente invisibile, in realtà, racchiude la complessità di quello che viviamo, le vibrazioni delle emozioni che nutriamo, le paure, i silenzi, gli infiniti che racchiudiamo in qualche parte dentro di noi.
Leggere, studiare, sentire parlare dell'Infinito di Leopardi mi ha portato a perdermi in quel grande infinito che regna dentro di noi, rendendolo visibile, tangibile attraverso semplici linee e scarabocchi che, però, ho capito essere lo specchio della mia anima.
Angelica
Cristiano Maiello traduce il carme 5 di Catullo in dialetto moianese
Campamm' e amammc', Lesbia